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2020

spettacoli edizione 2020


ODISSEO – O tu fra i mortali il più sventurato

Regia e interpretazione Luca Violini Musiche Gabriele Esposto
Post-produzione audio Riccardo Vitali

RADIO TEATRO

Una maestria quella dell’attore e doppiatore professionista Luca Violini abile al punto da impersonare in una sola le tante e differenti voci di uomini e donne, Dei e figli. Con delle sfumature, rare e preziose, capaci di toccare tanti sentimenti: dal dolore alla rabbia, dalla gioia allo sconforto. Un microfono e una voce per raccontare la storia di un Ulisse che prima di essere un guerriero e un eroe è semplicemente un uomo costretto, per vent’anni, a vivere lontano dai suoi affetti più cari. Una meravigliosa e suggestiva possibilità di rileggere una storia antica sotto vesti nuove grazie ad un viaggio nei sentimenti con una visione introspettiva ed unica data dalla consulenza letteraria di Alessandro Logli. Un doppio registro che alterna il testo omerico con un monologo interiore di Ulisse – le storie vissute in prima persona, i suoi pensieri e le sue emozioni, che mette in luce il suo lato più umano e profondo. Ne viene fuori il ritratto di un Ulisse pieno di dubbi e di incertezze. E allora Ulisse apre il suo cuore al pubblico, sperando di essere capito.


STAND UP TRAGEDY – Iliade e dintorni

Di e con Stefano Tosoni, Stefano De Bernardini

PROSCENIO TEATRO

Due attori sul palco, coadiuvati dalle loro capacità, dalle suggestioni della musica e dalla loro fantasia, faranno rivivere, tra il serio e il faceto, i grandi miti, i grandi racconti, patrimonio dell’umanità. Lo scopo principale è narrare, o meglio rappresentare, i classici perché tutti possano apprezzarli e riscoprirli, o scoprirli, nella loro portata comunicativa e moderna, perché si rivelino come la fonte unica del grande oceano delle storie in cui navighiamo oggi e di cui, volenti o nolenti, non possiamo mai fare a meno. La storia è una, disse qualcuno, poi ci sono le variazioni su tema. Questo vogliamo raccontare, convinti di fare cosa gradita. In particolare, in questa prima serie, ci soffermiamo sul poema dei poemi. Per raccontare di guerra, amori, eroi veri e falsi, scontri di rabbia e di coraggio, intrighi politici di uomini (e donne) potenti, perché in fondo la nostra civiltà non è cambiata poi molto dal XIII secolo a.c.!


SONO SINGLE PERCHE’ L’UNIVERSO E’ UN’APORIA ONTOLOGICA

Regia Rebecca Liberati
Con Cesare Catà

LA GRU’

Disavventure d’amore da Giasone a me

Un monologo in cui si intrecciano filosofia e cabaret, storytelling e stand-up comedy dedicato alle vicissitudini di un maschio single del nuovo millennio, che riflette sulle contraddizioni e i pregiudizi della sua solitudine affettiva in un parallelismo tragicomico con i grandi miti greci e celtici, fino a giungere a una fondamentale conclusione: sono single perché l’universo è un’aporia ontologica.


ASSENZA. ORFEO-EURIDICE.

Regia Francesca Berardi
Con Filippo Mantoni, Francesca Berardi

COLLETTIVO COLLEGAMENTI

La perdita. Il vuoto. L’assenza. Orfeo emerge dalle ceneri, si muove tra le ceneri e dalle ceneri prende vita la sua ricerca di Euridice, delle tracce dei loro dialoghi interrotti, di sé stesso. Orfeo è solo. Orfeo è voce spezzata che diventa canto doloroso. Orfeo è un corpo vuoto che cerca la chiave per tornare ad essere pieno. Orfeo è incompiuto, mutilato. Orfeo è desiderio incessante di completarsi attraverso l’altra. Orfeo è tentativo di recupero, tra le pieghe della memoria, negli angoli di oggetti, negli strati di cenere, nelle forme dell’assenza. Orfeo è possibilità di accettazione, di riscoperta, di rinascita, di germoglio di nuove radici.

È un canto a due corpi, due microfoni e due fari.
È il nostro sentirci incompiuti dentro la nostra compiutezza, è la nostra ricerca di ciò che abbiamo perso, di ciò che eravamo, di ciò che avremmo voluto essere.
È il nostro tentativo di accettazione del cambiamento, di adattamento.
È una rinascita che deriva dalla perdita.
È il vuoto che permette al pieno di esistere.
È la ricerca di una chiave, di senso.
È un viaggio di discesa nel punto più profondo degli inferi e di risalita per tornare a sé.
È presa di coscienza
dell’assenza.